lunedì 31 agosto 2009

L'Acquilone



Un altro post, Un altro rientro.
Un altro inizio che lo sapevo che sarebbe stato cosi. Tre settimane di vero relax, di quelle che inizi a dire "nella vita ho sbagliato tutto, devo venire a vivere qui e fare il pane". Che sembrano eterne, i cui giorni sono lunghi, non hanno mai fine, che hai sempre qualcosa da fare "dopo".
Ovviamente non potevano durare per sempre. Ma perchè "ovviamente"? Perchè invece non può essere sempre cosi? Senza la metropolitana, con tanto tempo a disposizione, il cuore leggero e il sole alla finestra che ti aspetta?

Con la possibilità di uscire di casa, camminare mezz'ora e raggiungere un prato dove far volare un acquilone, correre, ridere, buttarsi per terra.
Con la possibilità di guardare fuori casa e perdersi nei profili delle montagne e non nei tetti delle case. Con la sensazione che nulla possa fare male in questo mondo, perchè è bello ed è fatto per te. E per loro.

Non so come potrei chiudere questo post senza lasciarlo sospeso come un acquilone, perchè al momento non ho modo di chiudere il cerchio in cui mi sento. E allora lo lascio cosi.

giovedì 6 agosto 2009

Assaggio di Montagna

Domenica mattina, quattro bimbi, quattro adulti, una funivia e un pò di montagna: è la ricetta migliore per passare una giornata credendo di essere nuovamente in vacanza.
Dei quattro bambini, due sono i miei. Uno, Gabriele, in supereccitazione da camminata, visto che per lui mettere gli scarponi equivale, per me, a mangiare una cofana di Tiramisù. L'altro, Alino, con lo sguardo curioso e pieno di aspettative.

Abbiamo preso la funivia, io ostendando la mia solita calma mentre chiacchieravo, mentre dentro mi scorrevano immagini di cavi che si tendono, rocce appuntite e strani cigolii...

Una volta arrivati, ed evitando di baciare l'omino della funivia, ci siamo incamminati. Dopo mezz'ora siamo arrivati ad un prato. Mi sono sentito bene. Nel verde. Nelle rocce. Negli alberi. Negli odori.
Io sono un Montanaro, come mi diceva mio zio da piccolo. Camminando con lui nei boschi mi diceva sempre che avevo il passo giusto, da Montanaro appunto. Nè troppo lungo, ne troppo corto, ben saldo e attento.

Vorrei avere lo stesso passo nelle cose della vita. Attento e giusto. Per evitare di franare all'improvviso se la terra sotto è fragile, se il sasso rotola o se il fango ti fa un pò affondare.

Alleggeriamo un pò il tono, va, che altrimenti scrivo un altro post "pesantone" ( che questi sono copyright di Mammaserena ) ;-)

Al ritorno, prima di prendere la funivia, un Gabriele sempre eccitatissimo ha urlato in mezzo alla folla: "speriamo di non vomitare!!"

Per fortuna che la gente ha riso di gusto.... :)